Il paradosso dei laureati in Ingegneria Elettrica: il disallineamento domanda-offerta

In un intervista su "Il sole 24 ore" del 27 dicembre 2024 la nostra prof.ssa Paola Verde, Presidente del Gruppo Universitario Sistemi Elettrici per l’energia, sottolinea il disallineamento tra domanda e offerta di competenze e figure professionali nel settore elettrico.

Ingegneri elettrici: ogni anno 500 laureati ma ne servono il triplo

Competenze. Le imprese devono fare i conti con la carenza di laureati centrali per la transizione energetica e che sono sempre meno in tutti gli atenei

L'energia elettrica è il motore della transizione verso un sistema energetico più sostenibile. Eppure, viviamo un paradosso: gli ingegneri elettrici, figure chiave oggi richiestissime dalle aziende, sono letteralmente mosche bianche. Ogni anno – ci racconta la professoressa Paola Verde (Università di Cassino e del Lazio Meridionale), presidente del Gruppo universitario Sistemi elettrici per l’energia – si laureano circa 500 ingegneri elettrici a fronte di una richiesta del mondo produttivo almeno tripla. Anche le immatricolazioni, da diversi anni, sono pressoché stabili, al ribasso: circa 30/40 studenti per Ateneo, ma con un tasso di successo (oltre l’80%) sostanzialmente alto nello scenario italiano delle ingegnerie. Scontiamo, però, un forte gender gap: le donne sono infatti intorno al 20%, un fattore, ahimè, tipico per tutte le discipline scientifico-tecnologiche, le cosiddette Stem.

L’allarme è serio: l’esigua numerosità dei laureati elettrici è ormai una realtà in tutti gli atenei italiani, anche laddove ci sono presenze industriali di punta nel settore internazionale dell’energia, come Ansaldo Energia a Genova, Edison a Milano, o le numerose aziende manifatturiere del settore elettrico in Emilia-Romagna, Veneto e Lazio. Insomma, una vera e propria beffa visti gli ingenti investimenti nel settore elettrico negli ultimi anni. Solo Terna, per citarne uno, ha ricordato Paola Verde, a marzo 2023 ha messo in campo 21 miliardi per il suo piano per lo sviluppo della rete elettrica nazionale. Ben 11 miliardi sono destinati al solo programma Hypergrid, che ristrutturerà il sistema di trasmissione italiano utilizzando le tecnologie ad alta tensione in corrente continua (HVDC) per raggiungere gli obiettivi di transizione e sicurezza energetica fissati dalla direttiva europea “Fit-for-55”.

La domanda di figure specializzate sarà poi sempre più importante anche alla luce della crescente diffusione delle comunità energetiche rinnovabili, il cui sviluppo richiederà competenze specifiche su certi segmenti, e c’è tutto il tema dell’auto elettrica. I fronti sono, dunque, diversi. E questo renderà ancora più necessario il ricorso agli ingegneri elettrici. Non a caso, a un anno dalla laurea il tasso di occupazione è del 100%, con studenti reclutati ancor prima di discutere la tesi.

Ma chi è e cosa fa un ingegnere elettrico? «È un professionista – ha spiegato la professoressa Verde – con solide conoscenze delle leggi dell’elettricità unite a quelle più innovative delle tecnologie dell’informazione, della statistica, dell’elettronica di potenza e dei controlli. Grazie a tali competenze, l’ingegnere elettrico può pianificare e gestire i componenti e i sistemi che producono, convertono, trasmettono e utilizzano l’energia elettrica, così come è in grado di elaborare piani di sviluppo delle reti elettriche così da garantire che esse svolgano un servizio elettrico affidabile e sicuro».

Oggi, poi, che le esigenze di efficientamento energetico rappresentano un obiettivo ineludibile a livello nazionale e internazionale, gli ingegneri elettrici sono quelli con le competenze più centrate al fine di conseguire la riduzione dei consumi, la massimizzazione dello sfruttamento delle fonti rinnovabili e, più in generale, l’ottimizzazione delle prestazioni di componenti e sistemi elettrici.

«Quello che serve, e con urgenza – ha chiosato Paola Verde – è un piano nazionale di promozione dell’ingegneria dell’energia elettrica, che coinvolga tutti gli operatori del Paese interessati. In tale contesto, si potranno attivare diverse linee di azione per superare insieme il gap di orientamento e di comunicazione che rende paradossale l’urgenza formativa. Un’idea è supportare progetti di orientamento e di diffusione della conoscenza, che adottino anche i linguaggi contemporanei della comunicazione, per aumentare la platea di ragazzi e ragazze interessati ad acquisire delle competenze strategiche per il Paese e sempre più emergenti e indispensabili».

Il_Sole_24_Ore_27_11_2024
❝ Serve un piano nazionale che promuova l’ingegneria dell’energia elettrica e coinvolga tutti gli operatori ❞

31/01/2025