Laboratorio di Diritto di famiglia
  • DIPEG – Laboratorio di Diritto di famiglia (FamilyLab)

  • Via Sant’Angelo loc. Folcara - Palazzo degli Studi 03043 Cassino (FR)
  • 0776/302336
  • m.porcelli@unicas.it
  • Responsabile Scientifico: prof.ssa Maria Porcelli

Laboratorio di Diritto di famiglia (FamilyLab)

Responsabile scientifico: prof.ssa Maria Porcelli

Il Laboratorio di Diritto di famiglia (FamilyLab), del quale è Responsabile scientifico la prof.ssa Maria Porcelli, istituito con delibera del Consiglio di Dipartimento di Economia e Giurisprudenza del 5 dicembre 2023, nasce dall’esigenza avvertita dai diversi operatori del diritto di monitorare un particolare settore del Diritto privato, quale quello inerente alle relazioni familiari, interessato, negli ultimi anni, da numerose trasformazioni che si sono susseguite a ritmo incessante. 
Finalità principale del Laboratorio è promuovere uno studio e una conoscenza approfondita del Diritto di famiglia, con un approccio attento alla legalità costituzionale, europea ed internazionale e con un’attenzione particolare al momento applicativo.
Tra gli specifici temi attenzionati dal Laboratorio di Diritto di famiglia vi sono le trasformazioni in atto relativamente sia ai modelli familiari che alla tutela della filiazione. È risaputo, infatti, che alla tradizionale famiglia fondata sul matrimonio, modello predominante fino a qualche decennio fa, si sono affiancati, nel corso degli anni, plurimi “tipi” familiari che trovano, oramai, il loro unico tratto unificante nell’affectio che caratterizza la comunione di vita, e non più, come accadeva in passato, nel vincolo di coniugio. Basti pensare, in via di esempio, alle convivenze more uxorio, alle famiglie cc.dd. ricostituite, alle unioni tra persone dello stesso sesso, ai contratti di convivenza. 
Il diverso modo di intendere la famiglia nel corso degli anni e, più in particolare, il pluralismo dei modelli familiari che la realtà odierna ci restituisce, non poteva non involgere anche il rapporto genitori – figli. Numerose sono, infatti, le novità che hanno riguardato, specie nell’ultimo decennio, la filiazione che, com’è noto, in séguito alla riforma – realizzata con la l. n. 219 del 2012 intitolata “Disposizioni in materia di riconoscimento di figli naturali”, e con il relativo decreto attuativo 28 dicembre 2013, n. 154 –, appare oggi fondata sul principio dell’unicità dello status di figlio; principio in forza del quale i figli nati fuori dal matrimonio sono equiparati ai figli nati all’interno del matrimonio. 
La stessa nozione di parentela, in séguito all’intervento riformatore di cui all’art. 74 c.c., appare completamente rimodulata, tanto nella sua formulazione quanto nella sua portata applicativa, laddove stabilisce che il vincolo parentale rappresenta un legame di derivazione biologica  che si istaura a prescindere dall’esistenza o meno di un legame di coniugio, ricomprendendo al suo interno anche la parentela frutto di unioni non fondate sul matrimonio, nonché quella fondata su un vincolo giuridico qual è l’adozione.
Il definitivo tramonto della concezione unitaria della famiglia, e la conseguente affermazione di nuovi e plurimi modelli familiari, hanno fatto sì che mutasse la stessa nozione di genitorialità.  Si pensi alla figura emergente del genitore sociale, intendendo con tal ultima locuzione colui che, pur in assenza di alcun legame biologico, realizza un modello familiare con i figli della nuova compagna o del nuovo compagno.
Nello scenario delineato, anche l’accertamento dello status filii merita di essere rimeditato alla luce delle numerose pratiche di procreazione medicalmente assistita (il riferimento è, in particolar modo, alla maternità surrogata e all’utero in affitto) che, seppur vietate nel nostro Paese, danno luogo a problemi applicativi di non poco conto nel momento in cui ci si reca all’estero per procreare e poi si chiede, al ritorno in patria, la trascrizione dei certificati di nascita relativi ai bambini nati in séguito a pratiche vietate in Italia.
In tale ottica, diviene di fondamentale importanza la tutela del preminente interesse del minore d’età, non più considerato “oggetto” di tutela – come accadeva in passato in forza della mancanza della capacità di agire – bensì soggetto di diritto, come tale capace di autodeterminarsi in relazione alla sua capacità di discernimento. È quest’ultima che dovrà guidare il giudice nelle decisioni che riguardano il minore stesso (si pensi al riconoscimento ex art. 250 c.c. e al diritto all’ascolto del minore d’età nelle procedure che lo riguardano).
Tra i progetti in essere si segnala il finanziamento del Prin 2022 dal titolo “Identità genetica e genitorialità nell’era delle tecniche procreative” (durata 1° ottobre 2023 – 1° ottobre 2025), che vede come Unità centrale di ricerca l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

Afferenti al Laboratorio
Maria Porcelli (Responsabile scientifico)
Camillo Verde
Immacolata Prisco
Sara Zuccarino
Francesco Maiello
Marika Gimini
Deborah Niro
Alberto Mattia Serafin