La certificazione presenta notevoli vantaggi sia per i lavoratori sia per le aziende in quanto la Commissione, costituita da soggetti altamente qualificati, assiste attivamente le parti nella redazione del contratto e ne verifica e convalida la regolarità formale e sostanziale, qualunque sia il modello contrattuale prescelto dalle parti (contratto di lavoro autonomo, subordinato, coordinato, contratto di appalto etc.).
Con la certificazione, quindi, le parti sono sicure della “qualità” dei contratti stipulati.
Gli effetti della certificazione sono importanti, oltre che sul piano della certezza del diritto, anche su quello della resistenza del contratto in caso di controversia, in quanto la certificazione dispiega i propri effetti non solo nei confronti delle parti ma anche verso i terzi e previene il contenzioso giudiziale in materia di qualificazione del rapporto.
Il vero e proprio incentivo alla certificazione risiede proprio negli effetti che essa ha nei confronti dei terzi, compresi enti previdenziali (I.N.P.S. e I.N.A.I.L.), Pubblica Amministrazione (I.T.L.) e Fisco. Ai sensi dell’art. 79 del d.lgs. n. 276 del 2003 infatti “gli effetti dell’accertamento dell’organo preposto alla certificazione del contratto di lavoro permangono, anche verso i terzi, fino al momento in cui sia stato accolto, con sentenza di merito, uno dei ricorsi giurisdizionali” promossi avanti al Giudice del lavoro o al TAR di cui all’art. 80.
Gli organismi di vigilanza del Ministero del lavoro, degli Enti previdenziali, dell’Agenzia delle Entrate etc… possono, dunque, contestare la certificazione soltanto attraverso la promozione di un’azione giudiziale.
Come tutte le forme di certificazione, anche la certificazione dei contratti di lavoro e di appalto ha un’importante valenza in termini di responsabilità sociale d’impresa e presenta indubbi riflessi positivi nei rapporti dell’azienda sia con i propri lavoratori sia con i propri interlocutori (clienti, fornitori, istituzioni, istituti di credito, etc.).