Progetto "Museo Facile" Abbazia di Montecassino

 

 

Il Museo dell’Abbazia di Montecassino Il Museo dell’Abbazia di Montecassino è stato aperto al pubblico nel 1980, in occasione del XV centenario della nascita di S. Benedetto.

Ecco tutte le tappe che hanno portato alla sua formazione.

Nel 1631 un consistente nucleo di dipinti era collocato nelle cosiddette «stanze di S. Benedetto», che si trovavano nella parte superiore dell’antica torre, all’ingresso dell’Abbazia.

Alla fine del Settecento, con le confische napoleoniche, alcuni di questi dipinti, insieme con altre opere d’arte, furono sottratti all’Abbazia.

Nel 1879 la quadreria fu spostata e ordinata in un ambiente vicino alla Biblioteca, chiamato «camera del fuoco», perché vi si trovava un grande camino (nelle stampe del Settecento aula calefactoria). Era un luogo di riunione dei monaci.

In questo ambiente, nel 1929, per il XIV centenario della fondazione di Montecassino, fu allestita la «Mostra Cassinese dei cimeli antichi», un evento che anticipava la nascita del Museo. La Mostra consisteva in una selezione di quadri, codici, incunaboli, pergamene, reperti archeologici che dovevano rappresentare l’arte di Montecassino. Fu mantenuta fino al 1943.

Prima del bombardamento del 15 febbraio del 1944, che distrusse l’Abbazia, il fondo bibliotecario e archivistico, una parte delle opere d’arte e deireperti archeologici furono portati in salvo.

Nel dopoguerra l’attività di ricerca del monaco e ingegnere Angelo Pantoni, già iniziata prima del 1944, contribuì a incrementare le raccolte archeologiche. Nuove acquisizioni sono avvenute in tempi recenti, anche grazie alla generosità di privati. Tra queste il tondo con la Natività, attribuito a Sandro Botticelli o alla sua bottega, donato nel 2006.

Nel 2014, il Monumento nazionale dell’Abbazia di Montecassino con il suo museo, sono entrati a fare parte del Polo Museale del Lazio istituito in quell’anno.

Il Museo ha assunto la sua forma attuale nel 2013 ed è caratterizzato da sale espositive disposte su più livelli. Al Museo si accede dal chiostro davanti alla chiesa abbaziale.

Il visitatore si muove lungo un percorso diviso in sezioni, che seguono la storia della basilica nelle sue fasi principali: dall’età di Desiderio (Sezione Arte Medievale) alla ricostruzione barocca (Sezione Arte Moderna) ai ritrovamenti archeologici del Novecento (Sezione Archeologia).

La Sezione Arte Medievale comprende anche il Chiostro e la Cappella di Sant’ Anna. Due sale tematiche, l’una dedicata al tema della Natività e l’altra all’Iconografia di San Benedetto, fanno parte della Sezione Arte Moderna.

Una ricca collezione di stampe e di carte geografiche, esposta nel corridoio a destra delle Sale di Desiderio, contribuisce a ricostruire l’aspetto del monumento e la storia dell’Abbazia.

Uno spazio importante occupano, inoltre, i corali e i libri d’ore che rappresentano una parte del prezioso patrimonio librario custodito nell’Archivio dell’Abbazia.

Un'ampia sezione è dedicata ai paramenti sacri, alle suppellettili ecclesiastiche e agli avori, frutto di acquisizioni e lasciti che si sono susseguiti nel corso del tempo.

Nota storica

La storia di Montecassino inizia intorno al 529 con l’arrivo di San Benedetto, che fondò in cima alla collina un monastero. Dove una volta c’era un tempio pagano fu costruita una piccola chiesa dedicata a San Martino, in corrispondenza dell’attuale chiostro di ingresso al monastero. Più in alto, dove si trovava l’altare pagano, fu costruita una cappella in onore di San Giovanni Battista. Qui vennero sepolti San Benedetto e sua sorella Scolastica.

Del periodo della fondazione oggi non resta quasi traccia, a causa del susseguirsi di assedi e terremoti. Nel 577 il monastero venne distrutto dai Longobardi e i monaci dovettero rifugiarsi a Roma. L’Abbazia fu ricostruita intorno al 718 ma poi messa a ferro e a fuoco dai Saraceni nell'883. Risorta di nuovo, a partire dai secoli X e XI diventò un’istituzione di grande prestigio, economico e spirituale.

Nel Medioevo, Montecassino fu al centro di un’intensa attività culturale: per volere degli abati, nel suo scriptorium, furono copiate moltissime opere, anche di autori classici. Senza il paziente lavoro di trascrizione compiuto dai monaci, molte di quelle opere non sarebbero giunte fino a noi. L'Abbazia conserva i più antichi documenti in lingua volgare, preziosi codici miniati e libri rari.

Fra gli abati del periodo medievale, il più celebre fu senz'altro Desiderio (futuro papa Vittore III) promotore, tra il 1066 e il 1071, della ricostruzione della chiesa abbaziale. L’edificio da lui voluto, rivestito di affreschi, marmi, mosaici e preziosi arredi, venne distrutto da un terremoto nel 1349. Dopo vari rifacimenti, all’inizio del XVIII secolo l'Abbazia assunse l'aspetto barocco che ha mantenuto fino alla distruzione del 1944.

Nel 1866 l’intera struttura di Montecassino fu dichiarata monumento nazionale: i suoi beni materiali divennero patrimonio dello Stato italiano, affidati alla custodia dei monaci.

Dal 1943 nel territorio di Cassino, che si trovava lungo la Linea Gustav, cioè la linea di difesa dell’esercito tedesco, si svolsero battaglie decisive per l’esito della Seconda guerra mondiale. Fra il 15 e il 18 febbraio 1944, gli alleati bombardarono l’Abbazia che fu rasa al suolo. È sopravvissuto solo il fondo archivistico e librario, che era stato portato in un luogo sicuro prima dei bombardamenti.

Dal 1945 al 1956 l’Abbazia fu ricostruita secondo il principio ubi erat uti erat («dov’era, com’era»). Ancora oggi Montecassino è «dov’era e com’era» e i suoi monaci seguono l’antica regola di San Benedetto, che si basa sulla preghiera e sul lavoro, «ora et labora».